Lo scorso anno, il nostro Team ha partecipato ad un contest organizzato da Leonardo e dall'Aeronautica Militare Italiana per proporre un progetto di manutenzione “intelligente” (AIRtificial Intelligence). Abbiamo avuto il privilegio di far parte dei 9 finalisti, assistendo alla presentazione di progetti in gara particolarmente sfidanti. Il livello di analisi e la complessità degli algoritmi erano decisamente di valore, tuttavia ci siamo domandati quanta parte della teoria proposta fosse realmente applicabile alla realtà.
L’altro giorno mio figlio mi ha chiesto se poteva costruire un parco divertimenti in giardino. Prestando poca attenzione, gli ho chiesto come pensava di farlo e lui mi ha detto che avrebbe usato del materiale di recupero per costruire le giostre e che avrebbe chiesto aiuto al papà per farle funzionare, perchè “mamma, lui è un programmatore, gli basterà dire alle giostre cosa fare”.
Riflettendoci, non fa una grinza: basta dire alla macchina cosa fare.
La sfida però non è dire alla macchina cosa fare ma farla “pensare” in maniera autonoma, affinché possa agire “umanamente”. L’intelligenza artificiale vuole dotare le macchine di quelle caratteristiche che vanno oltre la capacità di calcolo, invadendo le sfere dell’intelligenza spazio-visiva, cinestetica e inter/intrapersonale, mutuando la teoria di Gardner sulle Intelligenze Multiple.
Se volessimo applicare l’intelligenza Artificiale al nostro parco divertimenti, dovremmo fare in modo che le giostre gestiscano in autonomia non solo le componenti “tecniche” (accessi, funzionamento, sicurezze, manutenzioni,...) ma anche le componenti umane. Per citarne alcune: la verifica delle condizioni metereologiche, lo screening delle condizioni fisico-psichiche dell’utenza, l’intercettazione di situazioni ambientali anomale o di pericolo, l’autoapprendimento per migliorare il servizio offerto.
Tutto questo si può fare?
L’evoluzione tecnologica oggi ha raggiunto livelli inimmaginabili fino a pochi anni fa, questo ci dovrebbe dare una prima risposta sul fatto che la conoscenza cresce in maniera esponenziale e quello che oggi non è nemmeno pensabile, domani probabilmente sarà fattibile.
I limiti tecnici nel tempo si supereranno, il dubbio è piuttosto fin dove ci vogliamo spingere a sostituire l’uomo con una macchina?
Senza pensare a scenari da Blade Runner o Terminator, l’Intelligenza Artificiale rischia di invadere la sfera morale e l’etica del lavoro, svilendo il concetto stesso di ”lavoro dell’uomo”.
Allora forse dovremmo ricordarci che l’Intelligenza Artificiale è un prodotto della mente umana, perfettibile ma non perfetto, utile ma non imprescindibile e soprattutto rigorosamente sempre al servizio dell’uomo.
Il parco divertimenti in giardino potremmo anche decidere di farlo in futuro, ma ci sarà sempre un “umano” a supervisionare il tutto da buon padre di famiglia.
08 Ottobre, 2024
09 Settembre, 2024