Il Policy Brief di gennaio 2021 dell’UE ha sottolineato come l’industria sia il settore che contribuisce maggiormente a sostenere l’economia europea: nel decennio 2009-2019 ha inciso per il 20% sul PIL continentale. Per mantenere questo ruolo significativo, ha bisogno di essere sempre innovativa perchè opera in un contesto globale in continuo movimento: cambiano i bisogni dei consumatori, le risorse, l’ambiente, il tessuto socio-economico.
La risposta “tecnologica” ha comportato una vera e propria rivoluzione industriale 4.0, basata sull’internet delle cose e lo scambio dati real time.
Il valore rivoluzionario di questo approccio è basato prevalentemente su digitalizzazione e intelligenza artificiale, meno sui concetti originali di equità sociale e sostenibilità, sebbene questi principi fossero stati enunciati come fondanti da chi, in Germania, coniò per la prima volta il termine di industria 4.0, per valutare le misure che potessero sostenere efficacemente l’economia del paese, nel rispetto del numero di addetti impiegati nell’industria ma anche delle fonti energetiche ecosostenibili.
L’Unione Europea ha quindi annunciato la necessità di delineare una nuova visione dell’industria che va oltre efficienza e produttività e riscopre il suo ruolo sociale.
Secondo la definizione della Commissione Europea, l'industria 5.0 pone l’uomo al centro dei processi e sfrutta le tecnologie per creare prosperità in maniera sostenibile.
I concetti alla base dell’industria 5.0 sono la centralità dell’uomo, la sostenibilità e la resilienza.
L’uomo è al centro dei processi di produzione. In linea con la maggior tutela delle informazioni attraverso la regolamentazione della privacy e normative sempre più stringenti in tema di rispetto dell’autonomia e della dignità umana, si diffonde un concetto di formazione e di supporto dell’individuo attraverso la tecnologia. La macchina al servizio dell’uomo e non più l’uomo che deve adattarsi alla macchina. Nella produzione ne sono l’esempio i Cobot, i robot collaborativi, che aumentano efficienza e produttività in maniera sostenibile. In materia di contratti di lavoro, il Welfare Aziendale, un benefit tanto apprezzato dal lavoratore quanto vantaggioso per l’imprenditore. In ambito strategico le scelte sempre più green-oriented e l’evoluzione virtuosa verso il modello di società benefit.
La sostenibilità è uno dei cardini dello sviluppo che garantirà un futuro migliore alle prossime generazioni. L’attenzione verso concetti quali il risparmio energetico, le emissioni, la circolarità manifesta chiaramente il cambio di prospettiva: non è ammesso uno sviluppo che impatta negativamente sul nostro ambiente e utilizza più risorse rispetto a quelle appunto “sostenibili”. Pertanto la tecnologia assolve all’importante compito di ottimizzare ogni fase del ciclo di vita dei prodotti e dei servizi non solo in termini reddituali (ridurre costi e massimizzare la resa) ma soprattutto in termini socio-economici: nel rispetto della centralità dell’uomo e del suo ambiente naturale e sociale. La sostenibilità parte dalla progettazione ed è il filo conduttore di ogni fase della produzione, della vendita, della consegna e dell’utilizzo di un bene o di un servizio.
Il concetto di Resilienza, cioè la reazione ai cambiamenti anche improvvisi, è alla base della Business Continuity. La capacità di un sistema di rispondere ad un incidente e di ristabilire la continuità operativa determina il livello di efficienza di quel sistema. La tecnologia si orienta quindi verso modalità predittive e sfrutta la maggiore disponibilità di elaborazione dei dati garantita da meccanismi di machine learning per simulare sempre più scenari e individuarne i punti deboli. Prefigurare gli eventi e gestire i cambiamenti, sia in termini produttivi che sociali.
Le tecnologie abilitanti per l’industria 5.0, in sintesi sono:
- Interazione uomo-macchina personalizzata
- Tecnologie ispirate alla natura e materiali intelligenti
- Gemelli digitali e simulazione
- Tecnologie per la trasmissione, l’immagazzinamento e l’analisi dei dati
- Intelligenza artificiale
- Tecnologie per l’efficienza energetica, le energie rinnovabili, lo stoccaggio dell’energia e l’autonomia.
Un pre-requisito richiesto è che la tecnologia serva le persone e non il contrario. Nell’industria la tecnologia è quindi adattata alle esigenze e alle diverse abilità dei lavoratori. Il lavoratore (senza più distinzione di ruolo) ha maggior valore e l’ambiente di lavoro è più inclusivo. I lavoratori sono chiamati a partecipare fin dalla fase di progettazione allo sviluppo di nuove tecnologie industriali, inclusa robotica e IA con un focus specifico su un ambiente di lavoro sicuro e meno stressante.
Questo implica da un lato la necessità di rendere la tecnologia sempre più user-friendly affinchè sia utilizzabile da un’ampia gamma di lavoratori e dall’altro la necessità di formare o rivedere le competenze dei singoli. La formazione diventa un pilastro fondamentale per garantire la continuità.
Se l’uomo è al centro dell’interesse industriale, anche l’industria trarrà benefici da questo approccio. Prima di tutto dovrà affrontare la sfida di attrarre e mantenere forza lavoro qualificata. Entro il 2025 si stima che il 75% della forza lavoro sarà costituita dai millennials (nati tra il 1985 e il 1995) che sono guidati nelle loro scelte molto più da valori etico-sociali che economici rispetto alle generazioni precedenti. Le aziende dovranno essere quindi “appetibili” dal punto di vista sociale e ambientale per attirare e legare a sè i lavoratori più competenti. L’azienda sarà interessante anche per gli investitori nella misura in cui saprà conciliare la sua efficienza e competitività con il rispetto dei valori legati a uomo e ambiente.
E la catena di valore continuerà sul mercato, dove i consumatori saranno orientati ad acquistare prodotti di aziende virtuose, che mirano a produzioni eco-sostenibili, con processi circolari e attente ai bisogni delle generazioni di oggi e di domani.
La tecnologia sarà infine alla base della sopravvivenza nel tempo dell’industria: la capacità di affrontare eventi imprevisti, mantenendo la stabilità che garantisce il benessere e la tutela di tutte le parti coinvolte, diventa oggetto di obiettivi condivisi: linee di prodotto modulari, aziende operative in remoto, nuovi materiali, controllo e gestione dei rischi in tempo reale sono solo alcuni esempi di come l’industria possa essere resiliente.
25 Novembre, 2024
08 Ottobre, 2024